Cos’è il Copasir, comitato parlamentare per la sicurezza della repubblica

È un organo bicamerale il cui compito è quello di verificare che le attività dell’apparato di intelligence si svolgano nel pieno rispetto della costituzione e delle leggi, oltre che nell’esclusivo interesse nazionale.

Definizione

Il comitato parlamentare per la sicurezza della repubblica (Copasir) è un organo bicamerale a cui è attribuito il compito di verificare che le attività del nostro apparato di intelligence si svolgano nel pieno rispetto della costituzione e delle leggi, oltre che nell’esclusivo interesse del paese.

Per poter assolvere a questo compito, la legge attribuisce al Copasir ampi poteri di controllo e funzioni consultive. L’organo svolge frequenti audizioni con il presidente del consiglio dei ministri, l’autorità delegata (se presente), i ministri facenti parte del comitato interministeriale per la difesa della repubblica (Cisr) oltre che dei vertici di tutte le agenzie che compongono il sistema di informazione per la sicurezza della repubblica. Il Copasir può inoltre richiedere al presidente del consiglio l’apertura di inchieste interne e può acquisire documenti sia dal sistema di intelligence che dall’autorità giudiziaria.

Il Copasir gode di ampi e incisivi poteri di controllo e di funzioni consultive.

Il comitato inoltre è chiamato ad esprimere un parere (obbligatorio anche se non vincolante) sui progetti di riforma che riguardano il settore dei servizi di intelligence. Inoltre deve essere tempestivamente informato sulle nomine – che competono al presidente del consiglio dei ministri – dei direttori e vice direttori generali dell’agenzia informazioni e sicurezza esterna (Aise), dell’agenzia informazioni e sicurezza interna (Aisi) e del dipartimento delle informazioni per la sicurezza (Dis).

L’attuale composizione del comitato è definita dall’articolo 30 della legge 124/2007 che prevede la presenza di 5 deputati e 5 senatori. La norma richiede inoltre la rappresentanza paritaria degli esponenti della maggioranza e dell’opposizione “tenendo conto della specificità dei compiti del comitato”. L’organo è guidato da un ufficio di presidenza composto da un presidente, un vice e un segretario, tutti eletti dai membri del comitato a scrutinio segreto. In base alle norme vigenti la presidenza dell’organo spetta all’opposizione.

Dati

Per la delicatezza dei temi affrontati, generalmente le sedute del Copasir sono secretate a meno che lo stesso comitato non decida diversamente. Tuttavia è possibile farsi un’idea sull’attività di quest’organo dall’elenco dei documenti approvati e dai temi stabiliti nell’ordine del giorno delle sedute.

Tra le 12 relazioni adottate dal comitato nel corso della scorsa legislatura ad esempio se ne trova una relativa al Covid-19, una sulla guerra in Ucraina e una sulla sicurezza informatica. D’altronde in quella fase era in corso l’istituzione della nuova agenzia per la cybersicurezza nazionale.

Se si osservano invece le audizioni emerge come le figure più ascoltate dall’organo siano i vertici delle agenzie di intelligence (197 audizioni tra la XVI e la XVIII legislatura). Al secondo posto altri funzionari dello stato con responsabilità in ambito di siucurezza (97 audizioni). Si tratta tra gli altri del capo della polizia, del capo dell’amministrazione penitenziaria, dei capi di stato maggiore o di procuratori della repubblica.

FONTE: elaborazione openpolis su dati del parlamento
(consultati: martedì 5 Settembre 2023)

Nelle audizioni del Copasir sono intervenuti non solo i vertici dello stato ma anche quelli di grandi aziende.

Ma sono molte anche le audizioni in cui sono ascoltati i vertici aziendali di società sia completamente private che a partecipazione statale la cui attività coinvolge in qualche misura la sicurezza dello stato (79 audizioni). Sono molti anche i membri del governo auditi dal Copasir (124), che siano ministri, sottosegretari (72) o il presidente del consiglio, direttamente o per tramite dell’autorità delegata (52).

Nel corso delle ultime 3 legislature arrivate a conclusione, le sedute dell’organo sono state complessivamente 788. È interessante notare che la XVII legislatura (2013-2018) è quella in cui l’attività del comitato è stata più intensa, almeno in termini quantitativi. In quella fase infatti le sedute sono state circa 370, contro le circa 185 del periodo precedente. Anche nella XVIII legislatura le sedute sono state meno (234) ma con una tendenza in crescita.

FONTE: elaborazione openpolis su dati del parlamento
(ultimo aggiornamento: martedì 5 Settembre 2023)

Un altro elemento interessante da analizzare è il fatto che negli anni in cui il parlamento viene rinnovato generalmente l’attività dell’organo tende a diminuire. Nel 2008, 2013 e 2018 infatti le sedute sono sempre state meno di 30. Un dato che tuttavia non è stato confermato nel 2022. Forse perché in maniera del tutto inusuale le elezioni parlamentari 2022 si sono svolte a fine settembre invece che in primavera, dando al Copasir la possibilità di sfruttare a pieno il primo semestre dell’anno.

Analisi

La citata legge del 2007 ha concentrato nelle mani del presidente del consiglio la gestione dell’apparato di intelligence italiano. Palazzo Chigi infatti non solo nomina i vertici del dipartimento di informazioni per la sicurezza della repubblica e delle due agenzie collegate (Aisi e Aise) ma ne indirizza anche l’attività.

“1. Al Presidente del Consiglio dei ministri sono attribuiti, in via esclusiva:
a) l’alta direzione e la responsabilità generale della politica dell’informazione per la sicurezza, nell’interesse e per la difesa della Repubblica e delle istituzioni democratiche poste dalla Costituzione a suo fondamento; […]
e) la nomina e la revoca dei direttori e dei vice direttori dei servizi di informazione per la sicurezza; “

Data la delicatezza della materia però la prassi vuole che il presidente del consiglio ceda questo incarico a un sottosegretario che se ne occupi a tempo pieno. Si parla in questi casi di autorità delegata. Solo due presidenti del consiglio dal 2007 ad oggi hanno deciso di non avvalersi di questa figura: Paolo Gentiloni e Giuseppe Conte (salvo poi cedere alle pressioni e nominare, nell’ultima parte del mandato, l’ambasciatore Pietro Benassi).

I presidenti del consiglio successivi sono invece tornati a nominare un’autorità delegata. Ma mentre Mario Draghi ha affidato l’incarico a un professionista del settore (l’ex capo della polizia Franco Gabrielli), Giorgia Meloni ha invece nominato Alfredo Mantovano, ovvero il sottosegretario alla presidenza del consiglio con funzione di segretario del consiglio medesimo. Si tratta della prima volta che un presidente del consiglio fa una scelta di questo tipo, concentrando ancora più potere nelle mani di una figura già molto importante nell’esecutivo. Ma d’altronde, prima che la maggioranza la modificasse, era la stessa legge 124 del 2007 a vietare che all’autorità delegata venisse conferito qualsiasi altro incarico.

Il Copasir deve compensare gli ampi poteri del presidente del consiglio dei ministri in tema di intelligence.

Il ruolo preponderante della presidenza del consiglio nella gestione dei servizi di intelligence ha spinto il legislatore a introdurre un organismo di controllo parlamentare con ampi poteri e mezzi per svolgere una concreta opera di sorveglianza e controllo. Inoltre è stato anche previsto che le forze di maggioranza e opposizione debbano essere rappresentate in misura paritaria e che la presidenza spetti a un esponente dei gruppi che non sostengono l’esecutivo. Questa previsione, tornata pienamente operativa nel corso dell’attuale legislatura, aveva incontrato qualche difficoltà negli scorsi anni.

Infatti con la nascita del governo Draghi il presidente dell’organo Raffaele Volpi, della Lega, non poteva più essere considerato un esponente di opposizione. Stando alla lettera della norma dunque Fratelli d’Italia, che rappresentava l’unico gruppo parlamentare di opposizione, avrebbe dovuto ottenere sia la presidenza dell’organo che la metà dei suoi componenti, da condividere magari con qualche parlamentare del gruppo misto. Un cortocircuito che, nelle particolari condizioni di un governo di unità nazionale, potrebber dare una rappresentanza eccessiva a forze politiche minoritarie in parlamento. In quell’occasione in effetti si optò per una via di mezzo. La presidenza infatti è stata assegnata ad Adolfo Urso, di Fratelli d’Italia, ma la composizione dell’organo è rimasta invariata.

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