Non c’è trasparenza né efficienza sul fondo complementare #OpenPNRR

Anche se minoritario rispetto al Pnrr, il piano complementare investe 30 miliardi di risorse nazionali. Ma da parte delle istituzioni non c’è trasparenza a riguardo, né un impegno deciso per la sua attuazione.

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La revisione del piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) italiano sta seguendo il suo corso. Ne abbiamo parlato nelle scorse settimane: dalla modifica di 10 scadenze relative al secondo semestre 2023, alla proposta più ampia che coinvolge l’intera agenda e il capitolo energetico RepowerEu. Sono processi che hanno lo scopo primario di facilitare la realizzazione del piano e quindi salvaguardare la ricezione di nuovi fondi da Bruxelles. Trasferimenti che sono vincolati proprio al conseguimento degli interventi previsti.

È vero che le misure e i fondi Pnrr sono centrali. Tuttavia ci sono altre risorse e altri interventi rilevanti che fin dall’inizio sono praticamente esclusi dalle comunicazioni istituzionali e dal dibattito pubblico. Parliamo del fondo complementare.

Introdotto dal decreto legge 59/2021, il fondo complementare ammonta a 30 miliardi di euro di risorse nazionali e ha un duplice scopo. Da un lato facilitare la realizzazione di alcuni investimenti del Pnrr, mettendo a disposizione ulteriori risorse. Dall’altro finanziare nuove misure all’interno di un vero e proprio piano nazionale complementare (Pnc). Un’agenda che ha la stessa impostazione del Pnrr, con traguardi da raggiungere per ogni trimestre fino al 2026, ma che non è sottoposta alla verifica europea.

Abbiamo già parlato di come sia in termini di attuazione che di trasparenza, il fondo complementare presenti problematiche anche più gravi di quelle del Pnrr. Basti pensare che lo scorso anno, un decreto del ministero dell’economia ha rimandato tutte le scadenze Pnc del terzo trimestre 2022 al quarto, per evitare ulteriori ritardi. E che attualmente è in corso l’iter di approvazione di un nuovo decreto di revisione del cronoprogramma. Passaggi che denotano le difficoltà di gestire in modo efficiente il fondo complementare, come viene esplicitato anche nell’ultima relazione del ministero dell’economia.

I risultati del monitoraggio […] hanno evidenziato […] un ritardo nel rispetto delle scadenze, riconducibile a […] incremento dei prezzi; […] compatibilità degli interventi del PNC con la normativa europea […] cronoprogrammi procedurali a volte non coerenti con le procedure amministrative utilizzate per la “messa a terra” delle risorse.

È importante però ricordare che nonostante si tratti di risorse molto inferiori rispetto a quelle europee, il fondo complementare è nazionale, finanziato dalle casse dello stato e dunque dai cittadini stessi. E questo è un motivo sufficiente per cercare di tenere alta l’attenzione sul tema e richiedere alle istituzioni maggiore trasparenza ed efficienza a riguardo.

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Un aggiornamento sulle scadenze

Come avremo modo di spiegare nel dettaglio, verificare l’attuazione del fondo complementare è difficile – a volte impossibile – a causa della scarsità di informazioni e dati a disposizione. Per questo motivo fin dall’inizio abbiamo deciso di monitorare, con la nostra piattaforma OpenPNRR, solo le scadenze più rilevanti e strategiche per la realizzazione delle misure del Pnc.

Su un totale di 298 milestone e target da conseguire entro il 2026, ne monitoriamo 163. Di cui 96 andavano conseguite dall’avvio del piano fino al primo semestre di quest’anno (30 giugno 2023).

FONTE: elaborazione e dati OpenPNRR
(ultimo aggiornamento: mercoledì 2 Agosto 2023)

Tra completate nei tempi e completate in ritardo – cioè oltre il termine stabilito per il loro conseguimento – sono solo 62 le milestone e i target raggiunti, in base agli ultimi dati aggiornati lo scorso 2 agosto. Sono incluse le 23 scadenze che erano previste nel 2021, mentre risultano rispettivamente 17 interventi ancora da raggiungere, sia per il 2022 che per il primo semestre del 2023. Per un totale di 34 interventi in ritardo.

Oltre la metà delle scadenze riguarda le infrastrutture.

Il piano nazionale complementare è principalmente rivolto a interventi infrastrutturali. Parliamo per esempio della ricostruzione dei territori colpiti da eventi sismici, o della riqualificazione energetica di edifici pubblici. O ancora di interventi su viabilità e mezzi di trasporto.

Non stupisce dunque che 56 delle 96 scadenze considerate nella nostra analisi riguardino l’ambito delle infrastrutture. La maggior parte (34) è completata. Si tratta di interventi relativi perlopiù ad aspetti preliminari come la pubblicazione di bandi, l’aggiudicazione di contratti, o l’erogazione di risorse ai soggetti attuatori. I restanti 22 in ritardo invece riguardano fasi più concrete di realizzazione delle opere, che evidentemente pongono maggiori difficoltà di attuazione. È il caso per esempio dell’avvio dei lavori per ampliare linee ferroviarie, o dell’implementazione di sistemi di monitoraggio della viabilità.

I vuoti informativi

È importante evidenziare che l’attività di monitoraggio sul fondo complementare e di conseguenza i dati come quelli che abbiamo appena osservato, sono affidabili fino a un certo punto.

Molte delle informazioni necessarie a un monitoraggio del Pnc sono irreperibili.

Le informazioni a disposizione sull’attuazione del Pnc sono infatti gravemente limitate. A partire dei siti web dei ministeri che tranne per qualche eccezione – come la piattaforma del ministero della salute – non pubblicano nessun aggiornamento a riguardo.

Neanche Italia domani, piattaforma governativa ideata appositamente per monitorare il Pnrr, condivide informazioni sul piano complementare. Per esempio nella sezione dedicata alle scadenze – che comunque viene aggiornata solo periodicamente – non c’è traccia di milestone e target del Pnc, ma solo di quelle associate al Pnrr. Perdipiù neanche tutte, ma unicamente quelle di rilevanza europea, cioè le uniche a essere controllate da Bruxelles. Lo stesso vale per il centro studi della camera dei deputati, che aggiorna solo le scadenze Ue del Pnrr.

Inoltre la situazione sembra essere peggiorata nel tempo. L’unica fonte reale sulla realizzazione del Pnc erano le relazioni pubblicate ogni trimestre dal ministero dell’economia. All’interno di questi documenti era possibile trovare, fino all’aggiornamento del 31 dicembre 2022, l’elenco di tutte le scadenze previste dal fondo complementare per quei tre mesi, con informazioni sul loro stato di avanzamento.

Tuttavia, l’ultima relazione aggiornata al 31 marzo è del tutto incompleta. Non dettaglia le scadenze previste, ma fa riferimento solo a grandi linee alle problematiche di alcune misure del Pnc. Oltre a fornire grafici del tutto insufficienti per capire il reale avanzamento degli investimenti e dei progetti. Nella relazione si legge che queste lacune sono dovute alla “generale revisione che ha interessato i cronoprogrammi procedurali”. Come abbiamo accennato in precedenza infatti, è in corso una modifica ampia di tutto il cronoprogramma del Pnc. Tuttavia, questo non giustifica in alcun modo la mancanza di aggiornamenti sullo stato dell’arte attuale. E questa scelta fa venir meno anche quell’unica fonte affidabile e (almeno trimestralmente) aggiornata sul fondo complementare.

Infine, a proposito dei progetti, non esiste un’unica fonte da cui reperire informazioni sugli interventi concreti e le opere previste dal Pnc su tutto il territorio nazionale. Non sappiamo quanti sono, dove, chi sono i soggetti attuatori, chi è incaricato dei lavori, quali sono gli importi assegnati alle opere. Né su Italia domani né su altre piattaforme o siti risultano pubbliche queste informazioni cruciali.

I prossimi passi

Intanto il piano nazionale complementare, così come quello di ripresa e resilienza, va avanti verso la fine del terzo trimestre del 2023, che si chiuderà il prossimo 30 settembre. Entro quella data, il governo e gli enti coinvolti dovrebbero completare altre scadenze Pnc (5 in base al nostro monitoraggio) e auspicabilmente recuperare almeno alcuni dei target e milestone lasciati indietro.

Chiediamo un maggiore impegno nell’attuazione e nella trasparenza sul Pnc.

Tuttavia, per quanto abbiamo visto finora, il governo attuale così come il precedente non sembra intenzionato a trattare con la dovuta rilevanza gli interventi del fondo complementare. Né in termini di efficienza nella realizzazione né tantomeno riguardo la trasparenza delle comunicazioni. Si tratta di una grave mancanza su cui ancora una volta intendiamo richiamare l’attenzione.

Anche se non c’è un vincolo con l’Unione europea su queste risorse, si tratta di un fondo nazionale alimentato con i contributi dei cittadini. E come per qualsiasi piano di investimenti pubblici, è necessario avere informazioni pubbliche. Sia per portare avanti attività di monitoraggio, di valutazione e di controllo da parte della società civile e dei media. Sia per alimentare un dibattito informato, dove tutti i cittadini possano sapere come il proprio paese stia spendendo soldi pubblici.

Il nostro osservatorio sul Pnrr

Questo articolo rientra nel progetto di monitoraggio civico OpenPNRR, realizzato per analizzare e approfondire il piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Ogni lunedì pubblichiamo un nuovo articolo sulle misure previste dal piano e sullo stato di avanzamento dei lavori (vedi tutti gli articoli). Tutti i dati sono liberamente consultabili online sulla nostra piattaforma openpnrr.it, che offre anche la possibilità di attivare un monitoraggio personalizzato e ricevere notifiche ad hoc. Mettiamo inoltre a disposizione i nostri open data che possono essere riutilizzati liberamente per analisi, iniziative di data journalism o anche per semplice consultazione.

Foto: Francesco Paolo Fumarola – Licenza

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