A che punto è la parità di genere nei paesi europei Disparità di genere

L’indice di uguaglianza di genere monitora i divari tra uomini e donne in diversi ambiti, nei paesi membri. L’Italia da questo punto di vista è migliorata, ma è ancora sotto la media Ue e le resta molta strada da fare soprattutto nell’ambito lavorativo.

|

In Europa esistono ancora profondi divari di genere. Le donne incontrano maggiori difficoltà, rispetto agli uomini, ad accedere al mondo del lavoro o a ricoprire posizioni di potere e spesso guadagnano meno dei loro colleghi di sesso maschile. A casa, sono ancora considerate le principali responsabili del lavoro di cura, a causa della forza degli stereotipi sui ruoli sociali e di una concezione tradizionalista della famiglia.

Tuttavia, queste disparità si concretizzano diversamente tra gli ambiti ma anche tra i diversi stati: si tratta infatti di un fenomeno complesso e stratificato, con degli elementi di intersezionalità. L’indice di uguaglianza di genere è da questo punto di vista uno strumento molto utile, che permette di quantificare i divari e monitorare il loro progressivo appianarsi o acuirsi. L’Italia è lo stato membro che sembrerebbe più migliorato nel corso dell’ultimo decennio. Tuttavia resta ancora molta strada da fare, soprattutto per garantire la parità sul lavoro.

L’indice di uguaglianza di genere, uno strumento per misurare i divari

L’indice di uguaglianza di genere (in inglese gender equality index) è uno strumento che permette di monitorare la disparità tra uomini e donne nei principali ambiti in cui tale disparità può articolarsi. È stato elaborato da Eige, l’istituto europeo per l’uguaglianza di genere, e serve non soltanto a confrontare tra loro le performance dei vari stati membri, ma anche a monitorare i loro progressi nel tempo e a valutare l’effetto delle politiche vigenti. L’indice ha un punteggio che va da 1 a 100: più il valore si avvicina a 1 più i divari sono ampi, viceversa più si avvicina a 100 maggiore si può dire la parità.

Ciò che emerge dall’ultima rilevazione, pubblicata nel 2023 ma che fa riferimento principalmente a dati del 2021, è che l’indice di uguaglianza di genere in Europa è in aumento. Per la prima volta ha raggiunto un punteggio superiore a 70. Con un aumento di 1,6 punti rispetto all’anno precedente (l’incremento più marcato, su base annua, dal 2013 a oggi). Quest’ultima edizione, come evidenzia il report, integra anche dati da sondaggi relativi ai divari nelle attività sociali, individuali e di cura.

70,2 l’indice di uguaglianza di genere nei paesi Ue (2023).

Complessivamente l’ambito in cui si riportano i valori più elevati è quello della salute (88,5), anche se le cifre sono ormai stagnanti e anzi hanno registrato un lieve calo rispetto al 2021. Seguono denaro (82,6, anch’esso ormai stabile), lavoro (73,8) e uso del tempo (68,5). Ultimi invece i domini relativi alla conoscenza (63,6) e al potere (59,1). Quest’ultimo è anche l’ambito rispetto al quale i valori dei vari stati risultano maggiormente eterogenei. Si tratta però anche del dominio che, nel medio periodo, vanta il maggior aumento (+17,2 punti dal 2010).

Il nord Europa è più avanti, ma il sud migliora in fretta

Gli stati europei si differenziano ampiamente tra loro per punteggio e quindi per parità di genere. L’area nord-occidentale registra ormai da tempo i valori più elevati, con la Svezia in testa (unica sopra gli 80). Mentre le cifre più basse si osservano nell’Europa orientale.

L’indice sull’uguaglianza di genere è uno strumento di misurazione unico sviluppato dall’Eige, per confrontare più facilmente lo stato dell’uguaglianza di genere nei vari stati membri Ue. I sei domini chiave considerati per elaborare l’indice sono potere, tempo, conoscenza, salute, denaro e lavoro. I dati usati per l’indice 2023 sono perlopiù del 2021.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Eige
(consultati: giovedì 29 Febbraio 2024)

Sono i paesi del nord Europa a riportare i valori più elevati, primo tra tutti, come abbiamo accennato, la Svezia, con 82,2. L’Italia è al tredicesimo posto, ben di al di sotto di Francia e Spagna ma sopra la Grecia. Il nostro è il paese che però ha registrato il miglioramento più evidente rispetto al 2013: +14,9 punti. Anche Portogallo e Lussemburgo riportano aumenti notevoli, di oltre 13 punti. Meno marcato invece l’incremento nel caso dei paesi dell’Europa orientale, che pure riportano valori bassi. Oltre ad alcuni stati come Finlandia, Svezia e Paesi Bassi, che però partivano da cifre elevate.

Secondo Eige si possono identificare quattro tendenze a livello di andamento: paesi che stanno recuperando, ovvero che partendo da valori inferiori alla media la stanno raggiungendo (catching up); paesi che partendo da valori molto elevati stanno progredendo con lentezza e quindi avvicinandosi a una stabilizzazione (flattening); stati che invece, pur partendo da valori elevati stanno comunque progredendo rapidamente (outperforming); paesi che sono ancora lontani dalla media europea (slower pace).

L’Italia è tra i paesi che si stanno rimettendo al passo con l’Europa.

Rientrano nel primo gruppo l’Italia e alcuni altri paesi dell’Europa meridionale (Malta, Cipro, Grecia), ma anche Bulgaria, Croazia e Lituania. Il secondo gruppo comprende principalmente paesi dell’Europa nord-occidentale (Belgio, Danimarca, Finlandia, Irlanda, Paesi Bassi e Svezia), oltre alla Slovenia. Il gruppo degli outperformer comprende invece Spagna, Francia, Austria, Germania e Lussemburgo. Mentre nell’ultimo gruppo rientrano vari paesi dell’Europa centrale (Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia), orientale (Romania e Polonia) e baltica (Estonia e Lettonia).

La situazione italiana

L’Italia, come accennato, è il paese il cui indice di uguaglianza di genere è più aumentato nel corso dell’ultimo decennio: ormai a 2 punti di distanza dalla media europea. È interessante analizzare i dati relativi ai singoli domini, per osservare in quali ambiti il nostro paese ha fatto i maggiori progressi e dove resta più strada da fare.

I dati si riferiscono ai valori italiani ed europei nei 6 domani del gender equality index. L’indice sull’uguaglianza di genere è uno strumento di misurazione unico sviluppato dall’Eige per confrontare più facilmente lo stato dell’uguaglianza di genere nei vari stati membri Ue. I dati usati per l’indice 2023 sono perlopiù del 2021.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Eige
(consultati: giovedì 29 Febbraio 2024)

L’Italia registra valori superiori alla media negli ambiti di tempo, potere e salute e inferiori in quelli di lavoro, denaro e conoscenze. L’ambito in cui è più avanti rispetto alla media Ue è quello del potere (3,6 punti), mentre al contrario nel lavoro è 8,8 punti indietro. In questo ambito l’Italia è ultima in Europa.

Per quanto riguarda il miglioramento nel tempo, anche in questo caso è stato particolarmente evidente nell’ambito del potere. Nel 2013 infatti nel nostro paese si registrava un valore pari a 25,2 contro i 62,7 del 2023: un incremento pari a 37,5 punti. Dinamica ancora più evidente nel caso del sotto-dominio del potere economico: da 10,6 a 66,6, ovvero 56 punti di differenza. L’unico parametro peggiorato nel corso del decennio è quello della situazione economica (-2 punti), parte del dominio del denaro. Quest’ultimo complessivamente è aumentato, ma tra gli ambiti è quello con l’incremento di entità più bassa: +1,4 punti.

In quest’ultima edizione, Eige ha integrato l’analisi con un altro sotto-dominio, quello relativo alla violenza di genere. È un ambito che presenta delle criticità a livello di rilevazioni, per cui i dati disponibili sono ancora fortemente limitati, spesso anche obsoleti, e quindi difficilmente comparabili. L’indice è ricavato dai risultati di una serie di indagini sulle donne che hanno subito violenze o molestie e su rilevazioni sugli omicidi volontari da parte di (ex) partner o familiari. Mediamente l’indice si attesta a 27,2 (nel 2017), il valore più basso tra i domini e anche in questo caso l’Italia riporta un valore leggermente inferiore alla media (26,8).

Foto: Sandra Seitamaalicenza

PROSSIMO POST