Che cos’è e come funziona il Cnel

Il consiglio nazionale dell’economia e del lavoro è un organo di rilevanza costituzionale ma, nonostante questo, è spesso considerato di scarsa importanza anche se a ben vedere negli ultimi anni la sua attività si è intensificata.

Il consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (Cnel) è uno dei 5 organi di rilievo costituzionale italiani, ovvero quelle organizzazioni previste, ma non disciplinate, dalla costituzione.

Il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro è composto, nei modi stabiliti dalla legge, di esperti e di rappresentanti delle categorie produttive, in misura che tenga conto della loro importanza numerica e qualitativa.
È organo di consulenza delle Camere e del Governo per le materie e secondo le funzioni che gli sono attribuite dalla legge.
Ha l’iniziativa legislativa e può contribuire alla elaborazione della legislazione economica e sociale secondo i principi ed entro i limiti stabiliti dalla legge.

La carta in effetti stabilisce solo che la sua composizione deve includere esperti e rappresentanti del mondo del lavoro, la sua funzione consultiva in favore del governo e del parlamento oltre ad assegnargli il potere di iniziativa legislativa.

Le attribuzioni, i compiti e la composizione del Cnel sono state più concretamente definite nella legge 936 del 1986 che ha sostituito la disciplina precedente (L.33/1957). La norma, oltre a definire concretamente la composizione dell’organo, delinea le sue competenze. Tra queste rientrano:

  • la valutazione, su richiesta del governo, dei principali documenti e atti di politica e di programmazione economica e sociale;
  • l’esame del documento di economia e finanza e della nota di aggiornamento;
  • la relazione di rapporti sugli andamenti generali, settoriali e locali del mercato del lavoro e la contrattazione collettiva;
  • la valutazione dell’andamento della congiuntura economica;
  • la produzione di parerei sull’attività legislativa su richiesta delle camere, del governo o delle regioni;
  • la formulazione di proposte, osservazioni, indagini o studi di sua iniziativa.

In aggiunta le funzioni del Cnel includono anche la redazione di una relazione annuale sulla qualità dei servizi offerti dalle pubbliche amministrazioni e l’aggiornamento del registro nazionale dei contratti collettivi di lavoro oltre ovviamente alla possibilità di proporre disegni di legge.

Quest’ultima competenza, che come abbiamo visto è prevista già nella norma costituzionale, è sicuramente la caratteristica più peculiare dell’organo. Infatti nell’ordinamento italiano sono solo 5 i soggetti che detengono questo potere. Oltre al Cnel, il governo, il parlamento, i consigli regionali e il corpo elettorale. Solo per presentare una proposta di legge popolare è necessario raccogliere almeno 50mila firme.

Per quanto prestigioso sia questo potere sulla carta però nella pratica, secondo molti, ha avuto scarso impatto. Nelle ultime 4 legislature ad esempio solo due proposte di legge del Cnel sono poi state effettivamente approvate. In entrambi i casi poi si trattava di proposte che nel corso dell’esame parlamentare sono state accorpate ad altri disegni di legge di origine parlamentare o governativa che vertevano sullo stesso tema. Bisogna dunque verificare caso per caso se e quanto la legge approvata corrisponda alla proposta iniziale del Cnel. In ogni caso si trattava in una circostanza di abolire il divieto di iscrizione contemporanea a più università (atto camera 1924) e nell’altra dell’introduzione di modifiche al codice delle pari opportunità tra uomo e donna (a.c. 1925).

Dati

È interessante notare come entrambe queste leggi siano state adottate nella scorsa legislatura. In effetti guardando i disegni di legge proposti dal Cnel dal 2008 a oggi emerge chiaramente come questo tipo di attività sia stata molto più intensa nella XVIII legislatura che nelle due precedenti.

D’altronde anche in quella attualmente in corso, che pure ha preso avvio da meno di un anno, il numero di disegni di legge proposti dal Cnel ha già superato quello della XVI e XVII legislatura sommati. Uno di questi peraltro è già stato approvato alla camera come testo unificato ad altri disegni di legge in materia di diritto all’oblio oncologico e attende di essere esaminato dal senato (a.s. 851).

L’articolo 99 della costituzione italiana attribuisce al consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (Cnel) il potere di iniziativa legislativa. Le proposte di legge presentate nel corso delle ultime 4 legislature sono suddivise per stato di avanzamento. Il primo stadio è quello in cui le proposte di legge sono state solo presentate e sono indicate come “da assegnare“. Nel passaggio successivo dunque queste vengono effettivamente “assegnate” a una commissione, che tuttavia ancora non ha iniziato a lavorarci. Quando questo avviene le proposte sono indicate come “in corso di esame in commissione“. A questo punto se ci sono varie proposte di legge sullo stesso tema la commissione adotta un testo unificato. La misura in cui un testo unificato corrisponde alla proposta di legge iniziale deve dunque essere verificata caso per caso. In ogni caso se questo passa l’esame della prima aula in cui è stato approvato è indicato come “testo unificato approvato in prima lettura” mentre se supera anche il voto finale “testo unificato diventato legge“.

FONTE: elaborazione openpolis su dati camera
(consultati: venerdì 8 Settembre 2023)

90,48% delle proposte di legge del Cnel nelle ultime 4 legislature sono state presentate dopo il referendum costituzionale.

Da questo punto di vista vale la pensa tenere presente che è stato proprio nella seconda metà della XVII legislatura che un referendum ha bocciato la riforma costituzionale che, tra le altre cose, prevedeva l’abolizione del Cnel. Il rinnovato attivismo di quest’organo dunque, potrebbe essere letto proprio alla luce della sua mancata soppressione.

Quanto alla composizione dell’organo, la legge stabilisce che il consiglio debba essere composto da 64 membri più il presidente ripartiti tra:

  • 10 esperti in discipline economiche sociali e giuridiche, 8 dei quali nominati dal presidente della repubblica e 2 dal presidente del consiglio.
  • 48 rappresentanti delle categorie produttive, di cui 22 in rappresentanza del lavoro dipendente, 9 del lavoro autonomo e 17 delle imprese;
  • 6 rappresentanti delle associazioni di promozione sociale e del volontariato.

65 i componenti del consiglio nazionale dell’economia e del lavoro, incluso il presidente.

Analisi

Per diversi anni il consiglio nazionale dell’economia e del lavoro è stato scarsamente considerato nel dibattito pubblico. Nel corso delle discussioni sulla riforma costituzionale presentata dal governo Renzi si è tornati a parlare di quest’organo, proprio perché la riforma prevedeva la sua abolizione. Il suo ruolo in questa discussione tuttavia non è stato particolarmente lusinghiero, visto che la sua abolizione era per lo più presa come esempio di un passaggio largamente condiviso nel contesto di una riforma per altri aspetti molto contestata.

Dopo il fallimento del referendum costituzionale, come abbiamo visto, l’attività del consiglio sembra essersi intensificata e del Cnel si è tornati a parlare in particolare per l’attività svolta in materia di contratti collettivi di lavoro. La X consiliatura del Cnel, presieduta dal professor Tiziano Treu, ha infatti denunciato nel 2018 la crescita esponenziale del numero di contratti collettivi, passati da 580 nel 2013 a 844 nel 2017.

Rapporto sul mercato del lavoro e la contrattazione collettiva

Ad aprile 2023, arrivati al termine della consiliatura, il governo guidato da Giorgia Meloni ha iniziato a rinnovare la composizione dell’organo indicando in primo luogo il nuovo presidente. La scelta è ricaduta sull’ex ministro della pubblica amministrazione Renato Brunetta. Per le nomine successive tuttavia è stato necessario più tempo e per le ultime si è dovuto attendere il consiglio dei ministri del 7 settembre. Ma il fatto che la composizione della XI consiliatura del Cnel non fosse ancora stata perfezionata non ha impedito al governo di assegnare all’organo presieduto da Brunetta un’inedita centralità. Con una lettera infatti la presidente del consiglio ha indicato proprio il Cnel come la sede opportuna per il confronto con le opposizioni sul tema del salario minimo, fornendo all’organo 60 giorni per elaborare una proposta.

Detto questo comunque, il fatto che il Cnel abbia assunto un’utilità tale da giustificare quantomeno i costi per il suo funzionamento è ancora tutto da dimostrare e sono ancora molti coloro che preferirebbero la sua abolizione. Solo lo scorso maggio, ad esempio, il senatore Renzi è tornato a proporre una riforma costituzionale che ha, come unico oggetto, la soppressione del Cnel. Inoltre secondo alcune interpretazioni, il Cnel sarebbe stato scelto come sede del dibattito sul salario minimo non tanto per le sue caratteristiche istituzionali, ma perché non si tratterebbe di un soggetto neutrale. È noto infatti il parere contrario al salario minimo del nuvo presidente Brunetta, oltre che di diversi altri componenti.

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