Il metano è sempre più presente nell’aria Ambiente

È in graduale aumento la concentrazione di gas serra nell’atmosfera. A registrare l’incremento maggiore rispetto all’epoca pre-industriale è il metano, un gas che da solo è responsabile per il 30% dell’innalzamento delle temperature.

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Le emissioni di sostanze inquinanti sono in calo in Italia come nella maggior parte dei paesi europei. Velocizzare tale riduzione è cruciale per mantenere l’aumento delle temperature al di sotto del grado e mezzo, come stabilito dall’accordo di Parigi. Molte sostanze inquinanti tra cui la co2 infatti inaspriscono l’effetto serra, che causa il trattenimento del calore nell’atmosfera e quindi il surriscaldamento del pianeta. Tuttavia, a livello globale, la situazione è diversa. Le emissioni infatti non hanno ancora raggiunto il loro picco dato che molte economie stanno attualmente osservando la fase di più rapido sviluppo.

Inoltre le sostanze rilasciate nel passato possono rimanere nell’aria a lungo. Un indicatore importante dell’inquinamento atmosferico è la concentrazione di gas serra nell’aria. I dati restituiscono un’immagine allarmante: i valori sono fortemente in aumento, soprattutto per quanto riguarda il metano.

La concentrazione di gas serra nell’atmosfera

Molte attività antropiche, in particolare la produzione e il consumo di energia, ma anche l’agricoltura, l’allevamento, i trasporti e la gestione dei rifiuti causano l’emissione nell’aria di agenti inquinanti.

Oltre ad avere un impatto negativo sugli ecosistemi e sulla salute umana, queste sostanze hanno un effetto a lungo termine sul pianeta. Infatti, causano il trattenimento del calore all’interno dell’atmosfera (il cosiddetto effetto serra) e conseguentemente provocano l’innalzamento delle temperature. Fenomeno che a sua volta sconvolge gli equilibri degli ecosistemi ed è una delle principali dinamiche dei cambiamenti climatici.

I dati si riferiscono alla concentrazione di gas serra nell’atmosfera dal 1980 al 2021 in co2 equivalente, misurata in ppm (parti per milione, dall’inglese parts per million), un’unità di misura che rappresenta una quantità rispetto a un totale.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Eea
(pubblicati: martedì 20 Febbraio 2024)

Negli ultimi 40 anni la concentrazione di gas serra nell’atmosfera ha registrato un incremento costante. Nel 1980 era pari a circa 316 parti per milione di co2 equivalente (e prima del 1975 era inferiore ai 300), mentre nel 2020 ha superato le 472 parti per milione. Parti per milione (in inglese parts per million, da cui l’acronimo ppm) è un’unità di misura che rappresenta una quantità rispetto a un totale.

+50% la densità di gas serra nell’aria dal 1980 al 2021.

Ad aumentare è soprattutto il metano

Diversi gas serra hanno diversi comportamenti in atmosfera. L’anidride carbonica per esempio è caratterizzata da vita molto lunga (secoli) mentre il metano resta per tempi più brevi (circa 12 anni), ma in quel tempo risulta molto più dannoso. Contribuisce infatti alla formazione di ozono troposferico ed è un gas serra molto potente. Oltre ad essere un inquinante pericoloso che ogni anno nel mondo causa circa un milione di morti premature.

Il gas serra più presente nell’atmosfera è la co2, la cui concentrazione ha raggiunto nel 2018 (l’ultimo aggiornamento dell’Eea) le 408 parti per milione. Anche il protossido di azoto (no2) è presente in quantitativi elevati, pari a 330 parti per miliardo nel 2017. Tuttavia l’aumento più notevole negli ultimi decenni è quello registrato dal metano.

I dati indicano la concentrazione nell’atmosfera del metano (ch4), in ppb (parti per miliardo, dall’inglese parts per billion), un’unità di misura che rappresenta una quantità rispetto a un totale.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Eea
(pubblicati: giovedì 5 Dicembre 2019)

Negli anni è aumentata la concentrazione di tutti i principali gas serra. Tuttavia l’incremento è particolarmente visibile nel caso del metano, passato da meno di mille (nel periodo pre-industriale) a quasi 2mila parti per miliardo. Come rileva Copernicus, nel 2021 siamo arrivati a 1.876 particelle per miliardo, il record degli ultimi 800mila anni. Secondo l’agenzia internazionale dell’energia (Iea), questo gas ha un ruolo molto rilevante nell’innalzamento delle temperature.

30% dell’aumento delle temperature è causato dal metano.

Il metano costituisce una sfida dal punto di vista scientifico perché è difficile da rimuovere chimicamente. Inoltre proviene da molte fonti diverse: intorno al 60% deriva dalle attività antropiche, soprattutto dalle emissioni dei ruminanti negli allevamenti, ma anche dai rifiuti, dalle industrie e dalle miniere di carbone. Ma sono molte anche le cause naturali, in primis il rilascio delle zone umide.

Ancora non c’è un vero e proprio consenso nella comunità scientifica sul perché il metano nell’aria sia aumentato così tanto, ma è evidente che è una questione cruciale nella tutela dell’ambiente. Soprattutto, limitare le emissioni di metano porterebbe a risultati molto visibili, dato l’impatto che ha.

Foto: Yaroslav Boshnakovlicenza

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